Lettera di un tifoso rosanero al Presidente Zamparini - Le ultime vicende in casa Palermo hanno spinto i tifosi a porsi delle domande. Uno di loro ci ha inviato una lettera aperta al Presidente rosanero, Maurizio Zamparini. Qui potrete leggere la lettera integrale:
"Caro Presidente, sono un tifoso del Palermo, ho 27 anni e amo il calcio dalla tenera età di 4.
Ricordo ancora la prima gara che vidi allo stadio, era l’11 Novembre del 1990 e mio padre mi portò alla “Favorita”; quel pomeriggio scendevano in campo Palermo e Casertana, ricordo poco e niente dello svolgimento di quella partita, ma ricordo le sensazioni: l’emozione indescrivibile che provai nel vedere quel mondo sconvolgente per un bimbo, l’enorme stadio ,la gente sugli spalti, i cori, le urla, qualcosa di vivo e incredibilmente passionale. Ricordo anche che il Palermo vinse regalandomi quella “ingenua” sensazione di avere avuto un ruolo in quella vittoria,credevo che il fatto stesso di essere là, avesse portato a vincere i rosanero.
Non avevo ovviamente grande coscienza di ciò che accadeva, ma non posso dimenticare la giornata in cui conobbi quello che è tutt’ora il mio grande amore (la maglia Rosanero).
Per molti anni la serie A è stata una chimera, qualcosa di lontano e irraggiungibile,anni in cui le partite importanti erano la finale di Coppa Italia di serie C contro il Como,ed anche anni in cui le partite in casa venivano giocate nel campo inserito fra le curve della pista del velodromo e sugli spalti eravamo in 300, anni in cui andare allo stadio era una forma di passione reale, slegata dai risultati e dal fascino delle televisioni e dei grandi nomi. Ma anche brevi periodi in cui la grande ribalta si avvicinava e il Palermo dei “picciotti” di Arcoleo batteva il grande Parma di Nevio Scala in Coppa Italia per 3-0.
Dopo la breve era Sensi, che aveva già portato ad una promozione in serie B ,nel luglio del 2002 ,come un fulmine a ciel sereno, arrivò lei Presidente, con uno spettacolare travaso di giocatori dal Venezia ,gente del calibro di Maniero ,nomi mai visti da queste parti.
La prima stagione si concluse in casa del Lecce di Ledesma, Vucinic e Bojinov, con un perentorio 3-0 per i Salentini, che mi portò tante lacrime per l’impresa fallita.
La stupenda seconda stagione, con il Palermo di Corini, Zauli e Toni, che nella storica data del 29 Maggio 2004, raggiunsero la matematica certezza che il sogno si era avverato: il Palermo era in Serie A.
Presidente questa città era ai suoi piedi ,ed io ero il primo a venerarla scendendo per le strade e urlando il suo nome, come fosse quello di un santo che ci aveva salvato dalla peste.
La galoppata degli anni successivi in serie A fu incredibile e tanti dei campioni che hanno vestito la nostra maglia in questi 10 anni, sono diventati campioni del mondo, hanno vinto scudetti e richiamano la gente in stadi ,che non sono purtroppo il nostro.
Il culmine di tutto è stata la finale di Roma. Io, come altri 39.999 Palermitani, sono “salito” a Roma ed il Palermo ha sfidato l’Inter, per le assenze per la sfortuna e per la superiorità dell’avversario, il Palermo ha perso ,ma lo ha fatto con onore, potendo anche recriminare per un arbitraggio discutibile.
Era il 29 Maggio (del 2011), la stessa data in cui era cominciato il sogno il 29 Maggio del 2004, coincidenza o no ,dopo esattamente 7 anni si toccava il culmine di una gestione e di un profondo amore.
È Passato poco più di un anno, dei protagonisti che ci portarono in finale sono rimasti solo in 3 e il Palermo dopo una stagione difficile, conclusa con la salvezza matematica alla penultima giornata di campionato,ha chiuso il mercato vendendo altri due eroi di quel Palermo (Balzaretti e Migliaccio).Le prime due partite di campionato si sono chiuse con due sconfitte per 3-0, siamo il peggior attacco e la peggior difesa del campionato.
So che sono passate solo due giornate per carità,ma come le ho detto seguo il calcio praticamente da quando ne ho avuto le possibilità cognitive, leggendo le sue dichiarazioni quelle dei suoi collaboratori e dell’allenatore, per non parlare di quello che vedo in campo o sento magari seduto accanto ad un giocatore del Palermo in un Bar di Mondello,mi sento di poter dire che l’aria che si respira è quella dell’addio.
Caro Presidente se mi permette ha commesso un solo errore ,quello di dichiarare che nulla deve alla città e alla gente di Palermo.
Nel caso in cui la sua volontà (più che legittima) fosse quella di accomiatarsi, la mia richiesta, è quella di un giusto congedo con la gente di Palermo, che tanto La ha amata e La rispetta, un congedo sincero, come si fa tra due amanti che hanno condiviso una così grande passione, un commiato senza “porte sbattute” in faccia.
La conosco come uomo di parola ,Le chiedo quindi, nel caso in cui voglia lasciare il mondo del calcio, di rispettare la promessa (tante volte da Lei fatta), di passare la mano a chi per capacità economiche e gestionali possa mantenere in alto i colori Rosanero.
La storia che La lega e la Legherà per sempre a Palermo non deve essere rovinata da un finale amaro ed inutilmente acre.
Con immutata stima"
Giovanni Cadelo
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